domenica 12 aprile 2009

Sieben

D'accordo, stamattina io e mia madre decidiamo di andare a messa.
Arrivate lì mi fa scendere dalla macchina per prendere i posti a sedere mentre lei parcheggia.
Appena entrata scorgo i loro volti angelici. I Fratelli Sieben. Il più piccolo, poi il medio ed il più grande...In piedi con lo sguardo regale, accanto al padre.
Si parlano in silenzio, un gioco misterioso.
Gli passo davanti senza fiatare. Loro non mi vedono...non vedono nessuno, non parlano con nessuno.
Vivono in una dimensione sconosciuta, come quei quadri dei simposi, con giovani fanciulli dall'aspetto gradevole che mangiano e bevono beati.
Loro sono così...polvere di stelle, perfezione.

Una volta iniziata la messa, cerco mia madre che ancora non arriva, poi lei veloce cammina verso le panche dell'ala sinistra. E vedo il medio. Mi siedo accanto a mia madre, davanti a lui.
Non respiro, è impossibile. La loro presenza mi mette a disagio, un piacevole disagio.
Con la coda dell'occhio vedo la sua gamba destra e sospiro.
Durante il Sermone poggia i gomiti sulle ginocchia e si china in avanti...
E' così grande da respirarmi sul collo, lo sento vicino. Il suo respiro profuma di "vivo".
Durante l'atto della pace evito di girarmi, poi mia madre mi da una gomitata bastarda e mi volto in fretta. Lui è lì, con la sua aureola, con il suo sorriso magico.
Sento le budella sciogliersi, sorride. Gli porgo la mano che sembra più un guanto molliccio e la stringe con una forza disumana ma con gentilezza. Sorride di nuovo e sembra durare per sempre...poi si gira, mi giro e vedo i suoi fratelli fissarmi dalle panche centrali.
Il più piccolo coi suoi capelli spettinati, ed il grande con la mascella e le sopracciglia severe...Sono tre arcangeli. Tre divinità. Tre diamanti, perle.

Non guardatemi, non fatelo!

Passa la processione al centro della chiesa e li perdo di vista per un attimo...Quando finisce la messa tutti si riuniscono nel retro per mangiare e bere il tè e il caffè e il succo d'arancia.
Loro sono lì, parlano con la madre e il padre.

Dopo meno di un secondo sono scomparsi.

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