domenica 1 marzo 2009

Mia

Perché, nonostante tutti pensino di saperlo, nessuno lo sa.
Nessuno può capire come ci si senta insoddisfatti.

Il proprio corpo è visto come spazzatura, come un alieno che ci rifiutiamo di ospitare dentro casa.
Soffriamo. Proviamo un dolore lacerante nel vedere il riflesso di tale alieno.

Ci convinciamo che non vuole farci del male, cerchiamo una soluzione inutile ai nostri problemi.
Spesso avrei voglia di cadere nel vuoto.
Troviamo la risposta più scontata. Ci chiudiamo in noi stessi, come i nostri scheletri fanno con l'alieno. Vorremmo essere i nostri scheletri, senza alcun involucro alieno. Per questo effettuiamo un processo di autodistruzione nuotando controcorrente senza una meta ben precisa.

Esistono psicologi, cliniche per la reabilitazione, ospedali e cimiteri, ma la malattia non ci lascia mai.
Si aggrappa con le unghie e ci tira via la pelle.

Il suo nome è Ana, per alcuni Mia, per altri "disturbo alimentare". A molti è stato diagnosticato come "ED NOS", invece la maggior parte la chiama pazzia da vittime dei media.
Sono tutte bugie.

Nessun commento:

Posta un commento