giovedì 19 marzo 2009

Galassie Perdute

Una notte di tempesta,
trovai il piacere di una,
forse cento sensazioni.
L'anima mia tacque,
all'udir del boato d'emozioni.
Mille colori, figure astratte,
il silenzio d'un battito,
la quiete d'un lampo
squarciò il cielo desolato,
tramonto di secoli passati,
oramai lontani,
vittime dei giudizi,
dei carnefici della luce.
Cessò la mia fame,
quella notte buia,
colma di fuochi,
comete smarrite,
galassie perdute.

- Coco

mercoledì 18 marzo 2009

Für Elise

Sento quest'ambigua sinfonia della nostra vita.
Ascoltando Fur Elise imparo a fluire, lenta, leggiadra. Come una piuma, o una goccia di rugiada alla mattina.

Adagio ora, scorre lentamente la musica dentro me.
Colori opachi, la sabbia sotto ai piedi.

Malinconico...le lacrime, i vostri gesti frenetici e di nuovo quell'ambigua sinfonia, solo per me.

Veloce, soffice, veloce, amara.
Elisa, che donna fu. Perpetua melodia, Elisa.

Scatta, continua a tremare dentro i cuori di chi la ascolta.

Elisa, la sua esistenza ci regala il rumore che fa la follia.

Ancora lei, per me.

mercoledì 11 marzo 2009

Tears and Rain

Oggi piove.
Piove ma c'è il Sole.

Sensazioni Trip-Hop, angoscia post compito di latino. Ottimismo sfegatato di chi è tornato a casa nell'avvolgente calore di un'automobile.
Ho bisogno del tuo calore, proprio ora che non ci sei.
Non ha senso rimanere qui.

James mi sussurra all'orecchio "Hides my true shape, like Dorian Gray. I've heard what they say, but I'm not here for trouble. It's more than just words: it's just tears and rain".

La pioggia, oggi, mentre sedevo in macchina a fissare il vuoto, mi ha fatto pensare a come ogni singola goccia conoscesse il cielo meglio di me.
Vorrei farne parte, della pioggia intendo, cadere leggermente sui tetti, scivolando sulle tegole.

Ogni goccia è una perla di saggezza. La pioggia, la pioggia è un forziere di perle.
Cosa c'è lì su io non lo so.

Goccia per goccia affonderemo nel nostro passato.

domenica 1 marzo 2009

Mia

Perché, nonostante tutti pensino di saperlo, nessuno lo sa.
Nessuno può capire come ci si senta insoddisfatti.

Il proprio corpo è visto come spazzatura, come un alieno che ci rifiutiamo di ospitare dentro casa.
Soffriamo. Proviamo un dolore lacerante nel vedere il riflesso di tale alieno.

Ci convinciamo che non vuole farci del male, cerchiamo una soluzione inutile ai nostri problemi.
Spesso avrei voglia di cadere nel vuoto.
Troviamo la risposta più scontata. Ci chiudiamo in noi stessi, come i nostri scheletri fanno con l'alieno. Vorremmo essere i nostri scheletri, senza alcun involucro alieno. Per questo effettuiamo un processo di autodistruzione nuotando controcorrente senza una meta ben precisa.

Esistono psicologi, cliniche per la reabilitazione, ospedali e cimiteri, ma la malattia non ci lascia mai.
Si aggrappa con le unghie e ci tira via la pelle.

Il suo nome è Ana, per alcuni Mia, per altri "disturbo alimentare". A molti è stato diagnosticato come "ED NOS", invece la maggior parte la chiama pazzia da vittime dei media.
Sono tutte bugie.

Endless Sunshine of the Spotless Mind

Sono passati sette anni.
Non ho potuto vedere il tuo volto per sette miseri anni.

Ora sei tornata, sei qui. Siamo delle piccole donne in un mondo crudele.
Ricordo quando te ne andasti, le giornate in solitudine, con le mie barbie...
Ricordo la mia infanzia spezzata, senza di te.

E tu cosa ricordi? Non sai d'essere stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Eravamo vicine, amica mia. Ora la vite ci ha divise.

Oh, crudele natura.
Io ti ho amata, in quelle giornate che passavano come l'autobus sotto casa nostra. Io ti ho venerata come unica amica.
Dimmi che non mi hai mai dimenticata, quando il destino ci ha separate.
Ricordo i tuoi occhi innocenti, i tuoi capelli neri e profumati, la tua pelle olivastra ed i tuoi abiti.
Eravamo così diverse.
Sembravo più grande di te, allora...

La tua casa quasi affianco alla mia ed il pianerottolo che faceva da intermediario. I tuoi tappeti persiani, e la cucina in fondo al corridoio.
La cameretta che condividevi con tuo fratello Amir, le barbie.
Come giocavamo...
Pensavo che la mia infanzia fosse solo un ricordo remoto ma sei tornata tu, che la rappresenti pienamente.

Non so se ti amo o ti odio per non avermi mai cercata. Eri lontana, pensavo te ne fossi andata per sempre. Invece mi sbagliavo.

Oh, come mi sei mancata, amica mia.
Sei un raggio di sole.

Eppure facevo parte del tuo stesso coro da quasi tre mesi. Ti vedevo ogni settimana in piedi di fronte a me, a cantare. Non ti ho mai riconosciuta.
Ora so che ci sei...sento la tua presenza come il vento primaverile.
Ho bisogno di sapere che non te ne andrai mai più.

Ieri il nostro abbraccio sembrava non finire mai.

Ti voglio bene.